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Luglio 1, 2020Conoscersi Giocando: workshop DISC
Novembre 1, 2020Non passa giorno che non si legga di qualche studio che, analizzando le prospettive dell intelligenza artificiale, non si sia sbilanciato a fare previsioni catastrofiche. Centinaia di milioni di posti di lavoro perduti, infinite competenze acquisite dall’uomo che le macchine faranno loro, disoccupazione o comunque conversione di milioni di posti di lavoro.
Gli studi, come detto, sono molteplici e nella maggior parte dei casi sembrano quasi a fare a gara su quale possa essere lo scenario piu cupo. L’OCSE nei suoi studi statistici, si sbilancia forse un po meno degli altri. Almeno per quanto riguarda gli effetti dell’intelligenza artificiale. Osserva, infatti, quanto siamo a corto di competenze chiave sul mercato del lavoro. Si perche’ non e’ vero che l’intelligenza artificiale sia solo una minaccia per i postidi lavoro, poiche’ e’ in grado di crearne milioni. Ma se le nostre scuole non sforneranno tecnici, a qualsiasi livello, anche operativo capaci di far funzionare o riparare le macchine allora si avra’ davvero un grave scollamento tra competenze possedute e quelle utili per il nostro futuro.
Dobbiamo tener presente che l’eta’ media della popolazione al lavoro sta aumentando, in relazione all’allungamento del momento di andare in pensione. Questo significa che in un mondo che si digitalizza sempre piu, le generazioni di lavoratori informaticamente meno competenti rimangono attive ed in molti casi anche in posizioni decisionali.
In conseguenza che se non si trova un modo formare gli adulti con competenze nuove, ci saranno sempre maggiori difficolta’ a proteggere il loro posto di lavoro. Questo potrebbe comportaree dei forti squilibri sociali e difficolta’ di ricllocamneto per fasce che dientano sempre piu vulnerabili.
Cio che oggi siamo chiamati a spiegare e’ che, ogni adulto che ha ottenuto un titolo di studio 20 o 30 anni fa , deve ricertificare le proprie competenze. Questo puo’ essere drammatico: chi ha sempre sognato una carriera in un certo ambito e che magari l’ha pure ottenuta, si vede costretto a reimparare competenze nuove. Si sente bloccato dalla paura di fallire e di perdere lo status quo acquisito.
La sfida dei prossimi decenni non e’ quella di istruire miliardi di persone, ma di formare degli adulti in maniera efficace e motivante.
Solo persone che comprenderanno e disegneranno obiettivi di apprendimento ambiziosi, manterranno inalterato il proprio valore sul mercato.